La prima volta che ho ascoltato con il cuore la parola attaccamento è stato durante il master.

In realtà, più che ascoltarla, l’avevo proprio sentita con tutto il corpo, si propagava ovunque.
Ogni mia cellula sobbalzava durante quell’esperienza, non ne capivo il motivo, poi però compresi:
Iniziava il mio percorso di crescita interiore. Quando, in realtà, si era costruito quel “noi”, quel legame che da adulti ci portiamo dietro come impressione?
Il contatto, le connessioni, iniziano proprio lì.
Le neuroscienze ci dicono che l’attaccamento comincia nel ventre materno. Pazzesco!
“Le carezze si sentono” dice la Dott.ssa Daniela Lucangeli.
È proprio attraverso quel sentire che il cucciolo umano comprende il legame ancor prima di sperimentarlo.
Nulla si aspetta, non sa che presto incontrerà qualcuno di speciale.
Nulla è paragonabile a quell’unione. Possiamo sforzarci di immaginarla; sarà improbabile trovare un paragone che regga.
In parte, il collante di quella unione è l’ossitocina.
L’ormone dell’amore viene definito, quello che permette alla donna di sopportare i dolori del parto( più o meno), non li ameremo meno se questo non è avvenuto.
Gli studi ci dicono che l’ossitocina raggiunge livelli apicali nelle ore successive al parto. Ogni volta che abbracciamo il nostro bambino l’ormone fa scintille, schizza alle stelle.
Quel modo di stare in connessione non è solo prerogativa della madre ma anche dei papà che intessono e sorreggono, costruiscono e rinforzano quell’unione che se adeguatamente coltivata, durerà molto a lungo.
“Ero goloso di conoscenza e novità e consapevole che ogni cosa uguale o diversa era allora nutrimento. Poi di uno seppi farne a meno, di quel bacio che molti mesi dopo mi disse era la vita!”