
Qual è il modo migliore in cui dovrebbe porsi un adulto nei confronti del bambino?
Sicuramente come un osservatore attento e partecipe, spettatore della sua crescita, pronto ad esserci allorquando richiesto.
Troppo spesso ci sostituiamo al bambino; troppo spesso ci prendiamo la briga di fare per lui.
Nessuna sostituzione di ruoli andrebbe mai effettuata; nessuna correzione diretta di una azione ritenuta scorretta. La sollecitudine del provare e riprovare, errore dopo errore, permetterà al nostro bambino di misurare la propria autostima, accrescerla e farne una risorsa, in misura inesauribile per il futuro di uomo.
Quante volte in una giornata gli permettiamo di sperimentare?
Da quando si sveglia a quando va a dormire quante volte abbiamo fatto al posto suo?
Un bambino che non sperimenta si convincerà di non saperlo fare e smetterà di provarci.
I bambini che intraprendono la lunga strada dell’autonomia, del vestirsi da soli, del mangiare da soli, saranno collaboratori in famiglia, lenti, talvolta bizzarri, ma un vero aiuto per mamma e papà.
Diamo loro la possibilità di farlo, restiamo un passo indietro, sforziamoci di non intervenire, concordiamo orari più lenti, ambienti pensati a misura di bambino perché non debba sempre chiedere aiuto per svolgere quel compito. Una volta sicuro delle sue abilità e con la giusta dose di incoraggiamento, troverai dinnanzi a te un bambino competente, di quella competenza naturale, né forzata ne smorzata.
Un bambino è dunque disposto a migliorare sempre sé stesso ed il mondo attraverso l’azione consapevole e libera da condizionamenti.
Capace di essere e non solo di fare.
Capace d’apprendere ed insegnare.