Uno degli argomenti più discussi dalle donne in maternità riguarda il periodo dell’allattamento; considerato forse il più delicato, faticoso ed introspettivo della vita, questo necessita di calma e serenità, ma anche di una attenta riflessione nei confronti di sé stesse, delle proprie vulnerabilità e capacità, del proprio vissuto e del mondo che le circonda. L’inizio è forse il momento più delicato poiché rivoluziona le priorità personali. Da un punto di vista emotivo esso scuote, ribalta gli ordini, rivoluziona. Durante l’allattamento la donna assume una posizione subalterna al bambino, svilendo il proprio ruolo di donna. I buoni propositi avuti prima del parto parranno adesso crollare, e la naturalezza immaginata, il corso che si è seguito con tanta attenzione, i consigli e gli appunti presi, vacillano sotto il peso di emozioni nuove, o dovremmo dire di emozioni sopite, antiche, ancestrali; emozioni legate alla cura ed alla crescita di sé, bambine a loro volta un tempo. È in atto un cambiamento ed una nuova consapevolezza con la quale bisogna fare i conti. Ci si trova sole col proprio bambino e ci si sente più fragili. È necessario che chi circondi in quel momento la mamma sia altrettanto consapevole e collaborativo nel considerare tutti questi aspetti, che ricordi costantemente le figure di donna, di mamma e di donna mamma, che non colpevolizzi le incertezze che ella prova sulle proprie capacità e sia fiducioso del buon operato, gratificando ogni sforzo e lodandola. Questa nuova intimità, questo nuovo rapporto di simbiosi col bambino, andrebbe inoltre supportato da una serenità che giunga dal luogo ove si allatti abitualmente. Come il ricordo d’un luogo romantico dove si sia dato il primo bacio da ragazze o si sia detto “ti amo” quella lontana prima volta, così l’angolo che si disporrà per allattare dovrà considerarsi importante, accogliente, caro come appunto un ricordo amato.
Sarà inoltre funzionale, comodo, semplice e rilassante. Un luogo nel quale imparare ancora tanto.