Il “Piccolo principe”, capolavoro di Saint-Exupéry ci spiega come i legami affettivi rappresentino il fulcro principale della nostra identità .
“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato”.
Queste le parole che la Volpe dice al Piccolo Principe per spiegargli perché, quella rosa che ha coltivato e di cui si è preso cura per tanto tempo, sia diventata la “sua” rosa. Adesso, così diversa da tutte le altre, non potrà mai più essere, ai suoi occhi, una rosa qualunque. Egli è diventato responsabile del suo benessere …
I bambini hanno bisogno di legami di attaccamento sicuri; bisogno che permane anche nella vita adulta.
Più volte abbiamo sottolineato i vari tipi di attaccamento teorizzandoli, senza però tralasciare l’osservazione diretta del bambino con la propria figura di riferimento, così che non restasse, appunto, mera teoria, riscontrando in fine quale stile di attaccamento lo caratterizzasse.
L’operatore che osserva, pone in essere la prima strategia che può aiutarlo a capire come muoversi.
Se, ad esempio, un bambino piange quando la figura di riferimento si allontana, e nel ricongiungersi gli corre incontro rassicurandosi velocemente, l’operatore potrà definire “attaccamento sicuro” l’atteggiamento osservato.
Negli adulti lo stesso comportamento emerge quando in momenti di sconforto essi cercano sostegno nella famiglia.
Se un bambino piange quando la figura di riferimento si allontana ma al suo ritorno non si consola facilmente, l’operatore potrà dichiarare la presenza di uno stile d’attaccamento insicuro/ansioso, ovvero un riferirsi del bambino alla figura primaria non adeguatamente contenitivo.
Gli adulti con un tale trascorso, tendono ad essere ossessivi nei rapporti di coppia e possono avere atteggiamenti drammatici nell’attirare l’attenzione .
Se un bambino non mostra angoscia all’allontanarsi del genitore, almeno apparentemente, e non mostra successivamente molto interesse quando questi ritorna (o perché abituati ad essere ignorati e respinti, ma anche soffocati da troppe attenzioni), parleremo di un attaccamento insicuro/evitante.
Infine, gli insicuri disorganizzati, sia bambini che adulti, mostrano comportamenti ansiosi ed evitanti in maniera illogica ed irregolare. Questo comportamento solitamente è associato a un genitore minaccioso o comunque violento.
Ora, immaginando di immedesimarvi in un osservatore esterno, considerando il vostro vissuto fino all’esperienza genitoriale che state vivendo, come valutereste le interazioni fra voi e i vostri figli?
Come potreste migliorare, qualora ce ne fosse bisogno, il vostro modo di comunicare in situazioni analoghe?
Solo consapevoli del vostro e nostro agire sarà possibile modificare, migliorare e crescere, perché è diritto d’ogni figlio avere dei genitori capaci
Buona riflessione .