L’ABC delle emozioni. Educare alle emozioni.

L’incapacità ad esprimere emozioni tramite la verbalizzazione nei bambini, sembra essere considerata dall’adulto, una altrettanta incapacità nel provarne; come se questi, non essendo ancora maturo per esprimersi attraverso la parola, non fosse neanche in grado di poter sentire paura e rabbia, tristezza e dolore, gioia ed euforia.

I bambini sono profondamente sensibili e provano emozioni intense, già dai primi mesi di vita. Mi è capitato osservare l’estremo bisogno nell’adulto nel voler calmare a tutti i costi il pianto nel bambino, come se fosse quest’ultimo, slegato dal proprio sentire, tendendo a distrarne il bisogno espresso attraverso questa prima forma di comunicazione.

La ricerca che si è occupata di individuare il mondo emotivo dei bambini, ha ritagliato una grossa fetta di studi alla dimostrazione di come i bambini imparino a gestire in modo efficace le loro emozioni (abilità nota col termine di auto-regolazione emotiva) e come sia possibile aiutarli a sviluppare questa abilità in modo appropriato, attraverso l’alfabetizzazione emotiva. Perché ciò avvenga, bisogna che l’adulto non tema egli stesso le proprie emozioni. Da noi adulti vengono molto comunemente definite come giuste o sbagliate,esse sono semplicemente emozioni.

La tristezza e la gioia, la rabbia e l’amore, possono coesistere, e sono tutte parti della collezione di esperienze emotive dei bambini. Quando aiuti il tuo bambino a capire le proprie emozioni, stai fornendo gli strumenti utili per una gestione efficace.


( immagine dal web) 

 Ma cosa possono fare i genitori? 

1. A partire dai primi mesi, entrando in sintonia con i segnali dei bambini, con i loro suoni, le loro espressioni facciali ed i gesti. Rispondendo con sensibilità, permettiamo ai bambini di sapere che i loro sentimenti sono riconosciuti e che sono importanti per noi. Questo potrebbe significare ad esempio fermare il gioco del solletico in un bambino di quattro mesi quando questi inarca la schiena e guarda lontano, poiché sta segnalandoci il bisogno di una pausa. Portare un piccolino di nove mesi alla finestra per dire ciao alla mamma, assecondando l’attimo di tristezza nel vederla andare via a lavoro, senza pilotarne l’attenzione su altri eventi. 

2. Nominare le emozioni ed i sentimenti che riconosciamo. Dire quindi al bambino, con parole adeguate: “questa è gioia”, “questa è rabbia”, “questa è noia”. In psicologia, per sentimenti intendiamo uno stato d’animo (ovvero una condizione cognitivo-affettiva che dura più a lungo delle emozioni).

Il sentimento è quindi ciò che resta delle emozioni provate. Le emozioni quali la rabbia, la tristezza, la frustrazione e la delusione possono essere travolgenti per i bambini e determinarne i sentimenti futuri. 

Non temere le emozioni
. Le emozioni non sono il problema. E ‘quello che facciamo, o non facciamo con queste preziose risorse che può divenire problematico. Ascoltate con apertura e calma il vostro bambino quando condivide con voi sensazioni complicate. Quando chiedete al bimbo informazioni circa i propri sentimenti e se sono stato riconosciuti, state inviando il messaggio chiaro che le emozioni sono importanti per voi ed hanno valore. Riconoscere e nominare sentimenti è il primo passo per imparare a gestire la propria interiorità in maniera salutare ed accettabile nel tempo. 

4. Evitare di minimizzare o di allontanare i bambini dai loro sentimenti.
Questa è una reazione naturale. Noi vogliamo solo che i cattivi sentimenti vadano via, e spesso utilizziamo erroneamente frasi ed oggetti dei quali al bambino non importa minimamente, ma che lasciano inespresse tanto le emozioni quanto le sensazioni che prima o dopo, in un modo o nell’altro, riemergeranno nuovamente. 

5. Insegnare strumenti di coping
 

Se una bimba di due anni è arrabbiata perché è ora di tornare a casa, insegnatele a disegnare la rabbia con un pennarello rosso, in modo che possa esprimerla.
Per aiutare un bambino di diciotto mesi che si sente frustrato perché non riesce ad arrivare ad un gioco, trovate assieme al bambino la soluzione ed i vari modi per risolvere il problema. 

Consigli pratici per i genitori: Le reazioni emotive dei nostri figli innescano le “nostre” reazioni emotive, e questo può portarci ad agire in maniera istintiva, sentendo la necessità di “salvare” o “correggere” ciò che sta causando disagio nel nostro bimbo ed in noi.