L’adulto, base sicura?

Nella prima fase di sviluppo, allorquando il bambino vive soprattutto di emozioni, il ruolo dell’adulto è permettere il radicarsi di un solido legame d’attaccamento alla figura dello stesso adulto, precursore, questo, di sicurezza in se stesso, grazie ai processi di identificazione/separazione.Il processo di separazione-individuazione è il cammino che il bambino percorre nel passare da uno stato iniziale, ipotizzato da Mahler come di inconsapevolezza del mondo esterno, ad uno stato in cui non si differenzia dalla madre, fino a realizzare un Sé separato e autonomo. La separazione si ha quando il bambino emerge dallo stato di simbiosi con la madre, mentre l’individuazione si ha quando il bambino è consapevole di avere proprie caratteristiche individuali”.

Momenti di vicinanza sia fisica che emotiva, offriranno al bambino, quella sensazione amorevole per lui di vitale importanza. Questi segni d’affetto dovrebbero essere sempre spontanei e mai venire imposti al bambino.
L’adulto si porrà nei confronti del bambino con un atteggiamento “d’umiltà”, del quale ne è spesso incapace, spogliandosi dell’atteggiamento superbo nei suoi confronti. Diversamente dall’idea che sia il bambino a doversi adattare all’interezza dell’adulto, dovrà essere l’uomo a sapere riconoscere il bambino nella sua piena interezza, ponendosi nei confronti di quest’ultimo in un posizione d’ascolto e di rispetto. Questo non vuol dire “averla vinta”.
Il bambino richiede “lentezza”, ognuno ha il proprio tempo e il proprio ritmo. Il bambino ha un senso del tempo diverso da quello dell’adulto, non bisogna mettergli fretta. Offrire al bambino quindi gli strumenti necessari per svolgere un compito e ritirasi quando questi, manifesta la sua interiorità. Lasciare che il bambino, come dice Maria Montessori, possa trovare da se la soluzione, senza che sia l’adulto col suo fare arrogante a suggerirgli le azioni da compiere. Se gli è consentito di esplorare il mondo che lo circonda con calma, impara le cose al suo ritmo naturale dunque abbandonare una “diabolica illusione d’onnipotenza”, permette il bambino vivrà se stesso in autonomia e libertà, ecco che da ciò scaturisce un legame bambino-adulto-ambiente che da origine all’espressione naturale dell’infanzia.
Tra adulto è bambino si instaura un legame di vicinanza, che porta alla crescita, all’autonomia e non diviene dipendenza, ne fisica ne emotiva, ma come direbbe Bolbwy un legame d’attacamento sicuro.

Ma cosa e quali gli stili di attaccamento? cerchiamo di analizzarli. 

Quali gli stili di attaccamento

-Stile sicuro:l’individuo ha fiducia nella disponibilità e nel supporto della figura di attaccamento. Si sente libero di esplorare il mondo. Tale stile è promosso da una figura sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a dargli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede. L’emozione predominante è la gioia.

-Stile insicuro evitante. Questo stile è caratterizzato dalla convinzione dell’individuo che, alla richiesta d’aiuto, non solo non incontrerà la disponibilità della figura di riferimento, ma addirittura verrà rifiutato da questa. Così il bambino tende a fare esclusivo affidamento su sé stesso. L’emozione predominante sono tristezza e dolore.

-Stile insicuro Ansioso Ambivalente: non vi è per l’individuo la certezza che la figura d’attaccamento sia disponibile a rispondere ad una sua richiesta d’aiuto. Per questo l’esplorazione è limitata, connotata da ansia ed il bambino risulta essere molto tubato alla separazione. L’emozione predominante è la colpa.

-Stile Disorganizzato: considerati tali i bambini che appaiono apprensivi, piangono e si buttano sul pavimento, dopo una breve separazione dal genitore. Altri durante il ricongiungimento girano in tondo mentre si avvicinano al genitore, si considerano tali anche i bambini che si avvicinano al genitore con la testa girata, in modo da evitarne lo sguardo. 

Tutti i bambini sviluppano un legame d’attaccamento entro i primi 8 mesi di vita,per portare a compimento questo processo entro il secondo anno.
Cerchiamo di creare legami non dipendenze con i nostri bambini, conoscere noi stessi come adulti è forse l’unico strumento per non restare intrappolati in un copione e in fantasmi passati.