Educazione all’indipendenza


Come è veramente il vostro bambino? Di che cosa ha bisogno? Come è possibile aiutarlo? La parola “veramente” che ci ha rimandato all’immagine montessoriana del bambino quale diamante ricoperto da scorie costituite da un ambiente inadeguato ai suoi bisogni psichici e fisici, dalla repressione, dall’incomprensione, dal disconoscimento delle sue specifiche modalità di apprendimento da parte dell’adulto. Una volta rimosse le scorie si è rivelato un “nuovo bambino” con capacità di concentrazione, calmo, disciplinato, laborioso, riflessivo, autonomo, gioioso, amante dell’ordine, osservatore ed esploratore dell’ambiente, sereno, curioso, con fiducia in se stesso.
Per comprendere meglio i sentimenti provati dal bambino, possiamo interrogarci sul modo in cui noi stessi ci sentiamo quando qualcuno ci mette fretta. Ci arrabbiamo? Sì, soprattutto quando ciò che stiamo facendo attiva tutte le nostre energie. Ecco, la reazione del bambino rispetto alle nostre richieste di fare velocemente, attiva frustrazione , che spesso definiamo capricci,quando invece il suo ritmo biologico è più lento di quello adulto; la lentezza è infatti il modo in cui il bambino si muove ottemperando alla sua natura. 

Come possiamo aiutarlo?

Importante è non mettergli fretta: “se gli è consentito di esplorare il suo mondo con calma, vostro figlio può imparare le cose al suo ritmo naturale. Analogamente, ha bisogno di avere il tempo necessario per fare le sue cose a modo suo, senza interferenze da parte degli adulti”. Pianificare le cose in anticipo in modo da non essere costretti a metterle fretta. Parlare con buon anticipo di un avvenimento, ad esempio, andare a fare la spesa, cosicché lei possa prepararsi da sola, con i suoi tempi”. Inoltre possiamo “cercare di dedicare ogni giorno un po’ di tempo a qualche attività da svolgere insieme e che sia piacevole e divertente per entrambi”. 
Mai che l’adulto si sostituisca al bambino, importante che lo aiuti alla via dell’indipendenza 
Innanzi tutto evitando di fare ogni cosa che i bambini possono fare da sé ed incoraggiandoli a svolgere le attività che sono capaci di fare.“Aiutarli ad imparare a camminare senza aiuto – suggerisce Maria Montessori – a correre, a salire e scendere le scale, a rialzare oggetti caduti, a vestirsi e a spogliarsi, a lavarsi, a parlare per esprimere chiaramente i propri bisogni, a cercare con tentativi di giungere al soddisfacimento dei loro desideri, ecco l’educazione dell’indipendenza”. 
“Non è assolutamente necessario – scrive Montessori nel 1923 in Il bambino in famiglia – che noi appariamo perfetti agli occhi dei bambini; invece è necessario riconoscere i nostri difetti ed accettare pazientemente le loro giuste osservazioni”. Essere modello del comportamento dei figli non equivale ad essere un modello di perfezione, quanto piuttosto a vivere con impegno, serietà ed onestà il proprio ruolo di genitori. Un ruolo che ognuno elabora con il tempo in seguito alle esperienze di vita personali, alla relazione quotidiana con i figli, al confronto rispettoso dell’individualità dell’altro.