I bambini crescono e nella famiglia si sceglie di far entrare un un nuovo membro , un animale. Accompagnare la crescita dei bambini con la presenza di un animale è sicuramente un valore aggiunto all’educazione e al tipo di esperienze che intendiamo fargli vivere
. Un animale, infatti, educa alla “diversità”, offre al bambino la percezione che non esistiamo soltanto noi umani, ma anche altri esseri viventi che vanno rispettati .
Dunque, la scelta di adottare un cucciolo (o un animale in genere) non deve essere presa alla leggera: la prima cosa da far comprendere ad un bambino è l’enorme responsabilità che un animale comporta. Talvolta vengono considerati dai bambini come “giocattoli “ma invece necessitano di cure e attenzioni , è opportuno paragonarli a dei compagni di vita e di avventure, ma sempre nel reciproco rispetto della loro specifica natura.
Per capire meglio come gestire tale delicata relazione proviamo ad approfondire l’argomento .
È ormai noto che crescere un bambino con gli animali , ha un effetto benefico sulla crescita, innanzitutto in un bambino a contatto con un animale si sviluppa e si affina la capacità empatica , l’empatia va appresa, non nasciamo con quella caratteristica come prerequisito dalla nascita, la presenza di un animale fa in modo che affini questa caratteristica , trovandosi di fronte un essere che richiede il soddisfacimento di bisogni ma che per sua natura difficili da interpretare. A livello psicologico , interagire con l’animale mette in moto il desiderio di prendersi cura dell’altro rispettando i suoi tempi d’attesa e dunque sviluppando il desiderio della pazienza, aspetto più educativo.
L’animale che più comunemente ritroviamo ad interagire con gli umani è il cane, approfondiremo brevemente questo aspetto.
A partire dai tre anni circa, il bambino è in grado di imparare a rispettare il cane.
Quindi gli vanno impartite, e vanno anche fatte rispettare, le seguenti regole:
– il cane non va disturbato quando mangia, né quando dorme;
– non si fa male al cane per nessun motivo al mondo: non si tirano orecchie e code, non si infilano dita negli occhi, non si morde il cane (i bambini piccoli spesso lo fanno);
– non si mettono le mani in bocca al cane, neppure per esaminargli i denti;
– non si toglie nulla di bocca al cane, cibo o giocattolo che sia. Se è il cane a rubare un giocattolo del bimbo, si chiamano i genitori;
– non si usa il cane come cavallo, saltandogli in groppa. Neppure se è davvero grosso come un cavallo;
– non si corre e non si strilla mai davanti a un cane sconosciuto;
– i cani sconosciuti non si abbracciano e non si “aggrediscono”per coccolarli, ma si approcciano educatamente, arrivando di lato e non di fronte, facendosi prima annusare una manina e poi, se il cane mostra di gradire, facendogli eventualmente una carezza sul collo o sul petto, non sulla testa
Eppure, nonostante tutto questo, ci sono ancora genitori che tendono a riversare sui figli le proprie paure, le proprie fobie, non capendo invece che il loro atteggiamento positivo è importante ai fini del corretto sviluppo del bambino. I bambini devono considerare i cani come amici, non come pericolosi spauracchi. I genitori cinofobi sono spesso i primi responsabili degli incidenti che succedono quando il bambino strilla e scappa davanti a un cane (logica conseguenza dell’averlo terrorizzato)… e al cane salta fuori l’istinto predatorio.
Il primo a prendersi cura del corretto sviluppo emotivo, mentale e fisico del pargolo deve essere sempre e comunque un adulto, apprensivo o diffidente che sia, l’importante è agire nell’interesse del bambino mettendo da parte le proprie paure ed angosce.